sabato 10 dicembre 2011

Del 2011 ricorderemo...

 Laboratorio di cucito: le calze della Befana


Pinocchio pop-up 

I 150 anni dall'Unità d'Italia


 La visita alla caserma dei bersaglieri


Gli origami e l'albero della pace


 LE GRU E SADAKO SASAKI
 Origami è l'arte di piegare la carta, senza l'uso di colla, forbici o altro materiale. Il termine “ORIGAMI” deriva dal giapponese “ORU” che significa “piegare” e “KAMI” che significa “carta”.
 In origami, la forma base della gru, o tsuru, viene usata come partenza per la realizzazione di molte figure . Appese sul soffitto come distrazione per i bambini, le gru rappresentavano vere e proprie offerte ai templi ed altari. Realizzata per augurare ogni bene agli ammalati ed a chi deve affrontare una dura prova, la gru la si può piegare per se stessi, per gli altri o per offrirla agli dei, nella speranza di veder esaudite le proprie preghiere. In questo caso, occorre piegarne mille e legarle insieme, per poi portarle al tempio della divinità cui si è chiesto aiuto. Narra un'antica leggenda giapponese che la gru possa vivere 1000 anni: regalare una gru significa quindi augurare 1000 anni di vita. Un'offerta di mille gru rafforza ulteriormente il concetto. Piegare le mille gru è segno di un sincero interesse per il destinatario, perchè occorre bravura, tempo e dedizione per piegarle tutte. Regalare mille gru ancora oggi significa: "ho pensato a te per tutto questo tempo, sei importante".
La leggenda dice che chiunque pieghi mille gru avrà i desideri del proprio cuore esauditi. 
Alla tradizione della piegatura delle mille gru è legato un commovente episodio risalente alla seconda guerra mondiale.
SADAKO SASAKI  era una bambina che nel 1945 aveva due anni, abitava con la sua famiglia a circa un chilometro dal punto su cui venne sganciata la bomba, e rimase miracolosamente illesa. Crebbe e divenne una ragazzina intelligente e vivace. Ma la bomba-A non aveva smesso di uccidere: nel febbraio del 1955, all'età di dodici anni, Sadako si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni di cui la zona rimase (ed è tutt'oggi) contaminata per effetto dello scoppio nucleare.
Sadako era piena di voglia di vivere, e nelle lunghe giornate in ospedale si dedicava a costruire, con le scatole delle medicine e con qualunque altro frammento di carta avesse a portata di mano, piccoli origami raffiguranti ben auguranti gru. Ne aveva composte più di seicento quando, dopo otto mesi di malattia, la mattina del 25 ottobre 1955, i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere smisero di animare la piccola stanza d'ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti gli abitanti della città, a partire dai suoi compagni di scuola.
Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono continuamente forma dalle mani dei bambini e di tutti gli abitanti di Hiroshima, e vanno a costituire ghirlande, disegni, composizioni di ogni tipo che vengono utilizzate al posto dei fiori per onorare tutti i luoghi della memoria, una miriade di piccole gru che vengono spedite alla città di Hiroshima anche da tutto il mondo.
La storia di Sadako è raccontata anche nel romanzo Il gran sole di Hiroshima  di Karl Bruckner.
C'è una bella frase che si attribuisce a Sadako che dice:
 “Scriverò pace sulle tue ali, intorno al mondo volerai perchè i bambini non soffrano più così”.
 Scuola Lombardo Radice    Classe 3 C    anno scolastico 2010/2011

Nessun commento:

Posta un commento